Ormai fuori controllo da 2 anni, Tiangong-1 sorvola le nostre teste 4 volte al giorno ma ancora per poco: a breve il suo rientro in atmosfera.
Tiangong-1 è il primo veicolo che la Cina abbia mai mandato in orbita, sotto forma di laboratorio spaziale sperimentale. Riproduce fedelmente la funzione di una stazione spaziale, non rispettandone però la composizione: infatti, i moduli da cui è formata sono minori in numero e dimensioni rispetto alle altre stazioni orbitanti intorno al pianeta Terra.
Il Palazzo Celeste (corrispondente nome italiano) è stato lanciato il 30 Settembre 2011 dal Deserto del Gobi, con lo scopo di collaudare le tecnologie per effettuare l’attracco in orbita ed individuare la strategia migliore per riuscirci con successo.
Il test sottopone Tiangong-1 a diverse prove, in vista dell’attuazione del grande “Programma Tiangong”, secondo il quale la Cina sarà in grado di mandare in orbita un’effettiva Stazione Spaziale entro il 2022.
Un progetto ambizioso per la CNSA (China National Space Administration) che aspira ad una costruzione di ben 20 tonnellate, bramando il podio per il mezzo di trasporto spaziale più grande. Attualmente, il posto è occupato dall’ormai dismessa Stazione Spaziale russa, la MIR.
Secondo il progetto originario, Tiangong-1 doveva avere una vita operativa di soli 2 anni, successivamente ai quali era pianificato un rientro controllato con distruzione nel disabitato Oceano Pacifico. Durante questo periodo, si effettuarono 3 missioni spaziali, con le quali si è effettuato l’avvicinamento e l’attracco in orbita della navicella Shenzhou, abitata per poco tempo da soli due equipaggi.
Il triplo successo che si registrò convinse i cinesi a mantenerla operativa per continuare a raccogliere dati dalla Terra, testare la resistenza dei materiali ed addestrare gli astronauti alla guida della futura Stazione Spaziale.
Tuttavia, dal 21 Marzo 2016, l’Agenzia Spaziale Cinese ha perso la comunicazione con il laboratorio e non può più condurre le manovre di spinta necessarie per il suo mantenimento in orbita. Senza il controllo da Terra, Tiangong-1 è destinata a decadere.
La dismissione incontrollata prevede che il veicolo bruci durante il rientro e che alcuni detriti, non consumati nel passaggio attraverso gli strati atmosferici, raggiungano il suolo.
La popolazione mondiale è in uno stato di allerta generalizzata, realizzando previsioni sul luogo d’impatto, che, però, le tecnologie moderne non possono determinare con precisione fino a pochissime ore precedenti la collisione.
L’area interessata è compresa tra una latitudine massima di 42.8° Nord ed una minima di 42.8° Sud; la probabilità risulta più alta ai margini della banda per l’inclinazione dell’orbita di Tiangong-1 rispetto al piano equatoriale.
L’Italia è una delle potenziali terre che potrebbero essere colpite dai suoi frammenti ed, al momento, la finestra di rientro è fissata da oggi 29 Marzo al 4 Aprile.
Se a Pasqua pensate di rilevare il volo di qualche oggetto non identificato, non sarà uno scherzo dell’universo in occasione del Pesce d’Aprile, ma una stazione spaziale che arde sopra le vostre teste, di cui potrete apprezzare solo una scia luminosa.
Purtroppo, dovrete essere baciati dalla fortuna per avere il “privilegio” di esserne colpiti, perché la probabilità che accada è addirittura 100 volte minore di vincere alla lotteria; ..possiamo quindi programmare il menù del pranzo pasquale con serenità!