In queste settimane c’e’ stato traffico sulla rotta per Marte….e non è un caso. Ogni 26 mesi la Terra e Marte si trovano alla distanza ottimale per organizzare missioni spaziali tra i due pianeti. Quindi è naturale che a distanza di poco più di due anni si concentri l’attenzione delle agenzie spaziali per l’esplorazione del quarto pianeta del Sistema Solare.

Ammartaggio di Perseverance

Nel mese di Luglio 2020 sono partite ben tre missioni per il pianeta rosso che sono giunte in queste settimane a destinazione. Per prima è arrivata Mars Hope degli Emirati Arabi che il 9 febbraio si è inserita in orbita intorno a Marte. Poi è stata seguita, il giorno successivo, da Tiānwèn-1, l’ambiziosa missione cinese composta da un orbiter, un lander e un rover che sarà in grado di studiare la superficie marziana dall’orbita, scegliere il punto di atterraggio e lanciare lander e rover che dovranno analizzare le rocce della superficie. Infine il 18 febbraio è giunta Perseverance, la missione NASA. Si tratta di un rover gemello di Curiosity, che ha sposato la stessa tecnica di atterraggio e la struttura di alimentazione e movimento ma equipaggiato con strumenti differenti dal gemello, già operativo da anni su Marte, e che riserverà non poche sorprese. Sarà la missione dei record e sarà strettamente legata alle prossime missioni NASA che dovranno recuperare i campioni raccolti da Perseverance. Ma per i dettagli di questa missione, le enormi aspettative scientifiche che l’accompagnano e in cosa si differenzia dalle altre missioni abbiamo chiamato Francesca Altieri, ricercatrice dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma (INAF – IAPS).